stop alla plastica, via libera alle bioplastiche

Dal 3 luglio 2021 Stop alla plastica monouso!

Il Bambù spicca tra i materiali naturali e organici che andranno a sostituire i polimeri chimici messi al bando.

Da questo 3 luglio appena passato la plastica monouso è stata bandita per via del suo alto tasso inquinante. Con questa direttiva infatti l’Europa dichiara guerra aperta all’inquinamento dovuto per la maggior parte alla dispersione nell’ambiente di oggetti di plastica usa e getta che sta devastando mari e oceani.

Secondo le ultime stime, i rifiuti riconducibili a plastiche monouso sono un terzo dei rifiuti globali. Siamo infatti da tempo abituati a vedere enormi “isole” di plastica galleggianti negli oceani, senza tralasciare la quantità di plastica che si incontra anche solo facendo un bagno in mare o passeggiando sulla spiaggia. Queste plastiche spezzettandosi creano micro particelle indelebili che riescono a entrare in tutti gli organismi viventi, compreso il nostro.

Al Bando quindi la plastica Monouso!

Con la nuova direttiva europea si vuole ridurre la produzione ed anche il consumo degli oggetti monouso, che vengono utilizzati nel nostro quotidiano. In Europa questi utensili rappresentano circa il 40% della produzione e il 61% di tutti i rifiuti in plastica.

A peggiorare le cose l’emergenza sanitaria in atto con i vari lockdown ha fatto registrare un notevole aumento nei consumi di packaging, infatti Secondo quanto emerso da uno studio condotto Nielsen, nell’anno 2020 le confezioni vendute ammonterebbero a 1,5 miliardi di pezzi e in Italia, degli oltre 2 milioni di tonnellate che vengono prodotte, solo 500 vengono riciclate.

Ma vediamo quali prodotti spariranno per primi:

  • Cotton-Fioc (che in Italia sono vietati dal primo gennaio del 2019)
  • Posate e piatti (anche se di carta ma rivestiti di film plastico)
  • Cannucce e mescolatori per bevande
  • Aste per i palloncini
  • Contenitori per il cibo e per le bevande
  • Sacchetti e imballaggi

Oggetti sostitutivi di questi appena citati saranno permessi solo se costituiti da materiale biodegradabile e compostabile al 100%.

Il settore alimentare sarà quindi quello più colpito e dovrà rivedere completamente il packaging per gli alimenti che sarà permesso solo composto di carta o plastica biodegradabile al 100%.

Cosa invece sarà permesso:

  • Dovrà esserci un’etichettatura obbligatoria – Tutte le merci che ancora non possono venire modificate e sostituite (assorbenti igienici, filtri per sigarette, salviette umidificate) necessiteranno di una apposita e obbligatoria etichettatura.
  • I bicchieri in plastica potranno momentaneamente essere commercializzati, rientrando comunque tra i prodotti il cui uso dovrà essere ridotto al minimo.
  • Gli unici polimeri permessi saranno quelli naturali, ossia quelli organici e non modificati chimicamente tra cui spiccano fibre di mais, Bambù, cellulosa, caucciù e cocco che necessiteranno di pochi mesi per decomporsi e dissolversi totalmente senza generare accumulo, anzi, potranno essere tranquillamente riassorbiti dal terreno senza nuocere a flora e fauna.

Con la bio-plastica si avrà una riduzione delle emissioni di fumi tossici perché il loro smaltimento non necessita di inceneritori e verrà prodotto fertilizzante naturale in grande quantità sostituendo quello chimico che impoverisce il terreno.

Anche l’igiene dei contenitori alimentari verrà migliorata perché il cibo e soprattutto le bevande contenute all’interno con il tempo corrodono (anche se in minima parte) le confezioni assorbendone le sostanze chimiche e nocive di cui è composto l’involucro.

Ci troviamo davanti ad un’altra dimostrazione di quanto il Bambù sia realmente un fiero e valido alleato nella lotta all’inquinamento e un prodotto perfettamente in linea con le attuali tendenze di mercato e nel tempo sempre più aziende inizieranno a sfruttarne il grande potenziale.